|
il laghetto delle rane all'interno del parco di V. G. |
|
il sentiero del 1934 |
Quando
si dice che Trieste “se na città de matti” probabilmente non si
ha del tutto torto: mentre passeggio nel rigoglioso boschetto
chiamato 'Parco di Villa Giulia' rifletto sul fatto che una Villa
Giulia in realtà non è mai esistita qui nei dintorni. Il
significato del nome inevitabilmente mi sfugge... ignoranza mia!
Rimane il fatto che questa area boschiva, situata sul dorso della
collina che culmina con Villa Opicina, è un posto eccezionale per
stare all'aperto senza allontanarsi troppo dalla città. Il parco è
delimitato da una fitta zona residenziale cittadina, ma allo stesso
tempo è silenzioso e avvolgente: le piante in questa stagione sono
nel pieno delle loro forze, la zona è distinta da carpini e
roverelle, e la fauna che vive indisturbata in questo sicuro nido non
si lascia vedere ma si fa (a volte) sentire, in particolare non si
può fare a meno di ascoltare le cinciallegre che, insieme a picchi,
ghiandaie, cinghiali e volpi, popolano la zona. Tutto il parco è
percorso da diversi sentieri che formano un bel reticolo di salite e
discese che congiungono
le varie entrate; il tracciato principale
composto da pietre saggiamente disposte ad aiutare il cammino, sembra
essere anche il più vecchio: probabilmente è il sentiero che risale
al 21 aprile 1934, giorno di inaugurazione del parco dopo l'unione
delle proprietà terriere Krausenek, Rumer e Geiringer, aquistate dal
Comune. Ma la sua storia non ha la vita longeva che si crede: dopo la
guerra la sua superficie viene dimezzata per costruire nuove
abitazioni per i militari ed in seguito viene del tutto abbandonato.
Il parco come proprietà dei cittadini rinasce nel 1984, dopo un
lungo periodo di lavori per il recupero. Oggi il boschetto è ben
frequentato, grazie anche alla vicinanza del campo sportivo di
Cologna e dell'interesse del Museo di Storia Naturale che da anni si
occupa della popolazione di rane che occupa il laghetto, formatosi
all'interno di una vecchia cava dismessa. Lungo tutto il percorso è
facile trovare punti di ristoro come muretti, panchine e persino una
piccola arena sterrata, dove ci si può accomodare con i cestini da
pic nic o più
|
la piccola arena sterrata e la sua grande quercia |
semplicemente con un buon libro; non è però
altrettanto scontato trovare cestini per i rifiuti: ricordate di
portare un sacchetto da casa! Inoltre per i più temerari sarà molto
semplice imboccare uno dei molti sentieri sterrati, o appena
accennati, che si inseriscono fra la boscaglia più fitta: troverete
certamente qualche piccola radura dove appostarvi in silenzio per
fare un po' di bird-watching! Ovviamente le stagioni migliori per la
frequentazione sono la primavera (le temperature più miti aiutano la
camminata totalmente in pendenza) e l'autunno (durante il quale tutto
si tinge dei migliori colori carsici), ma il parco rimane comunque
aperto in qualsiasi periodo e orario per la felicità dei nostri
cani, che certo non fanno distinzione fra una buona corsa invernale o
estiva. Per raggiungere una qualsiasi delle entrate vorrei potervi
suggerire di prendere il più che suggestivo “tram de Opcina” il
tram a cremagliera con i sedili in legno che viaggia sul suolo
triestino da più di cent'anni, ma che purtroppo da alcuni mesi è
fermo in attesa dei fondi per dei lavori straordinari di
manutenzione. Un altro pezzo di storia che ci scivola via dalle mani!
Quindi se non siete dei dintorni munitevi di un navigatore e buona
passeggiata!
foto originali Viridis Capillus
Nessun commento:
Posta un commento