venerdì 10 maggio 2013

Passeggiando nel Parco di Villa Giulia, Trieste

il laghetto delle rane all'interno del parco di V. G.
il sentiero del 1934
Quando si dice che Trieste “se na città de matti” probabilmente non si ha del tutto torto: mentre passeggio nel rigoglioso boschetto chiamato 'Parco di Villa Giulia' rifletto sul fatto che una Villa Giulia in realtà non è mai esistita qui nei dintorni. Il significato del nome inevitabilmente mi sfugge... ignoranza mia! Rimane il fatto che questa area boschiva, situata sul dorso della collina che culmina con Villa Opicina, è un posto eccezionale per stare all'aperto senza allontanarsi troppo dalla città. Il parco è delimitato da una fitta zona residenziale cittadina, ma allo stesso tempo è silenzioso e avvolgente: le piante in questa stagione sono nel pieno delle loro forze, la zona è distinta da carpini e roverelle, e la fauna che vive indisturbata in questo sicuro nido non si lascia vedere ma si fa (a volte) sentire, in particolare non si può fare a meno di ascoltare le cinciallegre che, insieme a picchi, ghiandaie, cinghiali e volpi, popolano la zona. Tutto il parco è percorso da diversi sentieri che formano un bel reticolo di salite e discese che congiungono
le varie entrate; il tracciato principale composto da pietre saggiamente disposte ad aiutare il cammino, sembra essere anche il più vecchio: probabilmente è il sentiero che risale al 21 aprile 1934, giorno di inaugurazione del parco dopo l'unione delle proprietà terriere Krausenek, Rumer e Geiringer, aquistate dal Comune. Ma la sua storia non ha la vita longeva che si crede: dopo la guerra la sua superficie viene dimezzata per costruire nuove abitazioni per i militari ed in seguito viene del tutto abbandonato. Il parco come proprietà dei cittadini rinasce nel 1984, dopo un lungo periodo di lavori per il recupero. Oggi il boschetto è ben frequentato, grazie anche alla vicinanza del campo sportivo di Cologna e dell'interesse del Museo di Storia Naturale che da anni si occupa della popolazione di rane che occupa il laghetto, formatosi all'interno di una vecchia cava dismessa. Lungo tutto il percorso è facile trovare punti di ristoro come muretti, panchine e persino una piccola arena sterrata, dove ci si può accomodare con i cestini da pic nic o più
la piccola arena sterrata e la sua grande quercia
semplicemente con un buon libro; non è però altrettanto scontato trovare cestini per i rifiuti: ricordate di portare un sacchetto da casa! Inoltre per i più temerari sarà molto semplice imboccare uno dei molti sentieri sterrati, o appena accennati, che si inseriscono fra la boscaglia più fitta: troverete certamente qualche piccola radura dove appostarvi in silenzio per fare un po' di bird-watching! Ovviamente le stagioni migliori per la frequentazione sono la primavera (le temperature più miti aiutano la camminata totalmente in pendenza) e l'autunno (durante il quale tutto si tinge dei migliori colori carsici), ma il parco rimane comunque aperto in qualsiasi periodo e orario per la felicità dei nostri cani, che certo non fanno distinzione fra una buona corsa invernale o estiva. Per raggiungere una qualsiasi delle entrate vorrei potervi suggerire di prendere il più che suggestivo “tram de Opcina” il tram a cremagliera con i sedili in legno che viaggia sul suolo triestino da più di cent'anni, ma che purtroppo da alcuni mesi è fermo in attesa dei fondi per dei lavori straordinari di manutenzione. Un altro pezzo di storia che ci scivola via dalle mani! Quindi se non siete dei dintorni munitevi di un navigatore e buona passeggiata!

foto originali Viridis Capillus

Nessun commento:

Posta un commento