domenica 24 giugno 2012

Coltivare su stoffa con la coperta di PurlBee


da purlbee.com
Se per quest'anno siete arrivati in ritardo e non potete più organizzare il vostro orto pensile, potete consolarvi con una coltivazione meno appetitosa ma altrettanto bella: la coperta patchwork di thePurlBee. Su questo sito ben curato e strutturato troverete moltissime idee per i vostri lavori in stoffa e filato, tutto rigorosamente da realizzare a mano, con la necessaria pazienza di un'ape laboriosa. Fra i vari tutorial questo della “CopertaOrto” ci è sembrato il più Viridis e sicuramente uno dei più originali, utilissima anche per i vostri pic-nic.
Per quanto ammiriamo e condividiamo l'amore per l'handworking e il lavoro di thePurlBee, vorremmo comunque aggiungere un consiglio: per la realizzazione di questa coperta provate ad utilizzare una vecchia coperta come base e stoffe di recupero, cercando fra cassetti ed armadi tutto ciò che non utilizzate da troppo tempo (lenzuola, camice, magliette, pantaloni, tende). In questo modo darete nuova vita ad oggetti ormai inutili, salvandoli dall'ingloriosa fine del bidone dell'immondizia e rispettando il miglior spirito di ecosostenibilità casalinga. 

Coltivare un orto: l'invasione dei terrazzi


foto originale Viridis Capillus
Per entrare fra i ranghi dei guerriglieri contro l'asfalto non dovete per forza diventare esperti giardinieri o progettisti di paesaggi, anzi potete creare l'angolo verde più semplice e più utile del mondo: l'orto. E per chi di voi sta già ragionando su come rivoluzionare il giardino o eliminare il lastricato che circonda il condominio, calma!! Vi basta un terrazzo! Sono ormai numerose le aziende che offrono vasi particolari e dalle dimensioni specifiche ad ogni ortaggio, studiati per coltivare sul terrazzo: oggi vorremmo segnalarne due che hanno attirato la nostra attenzione.

La prima è la francese e innovativa BACSAC, che propone una grande varietà di sacchi studiati per la coltivazione di ortaggi ma adatti anche ai fiori: le versioni più piccole infatti possono essere appese a cavallo della ringhiera e sembrano fatte appositamente per piante a cascata. La scelta di coltivare dentro ad un sacco, anziché dentro ad un comune vaso, consente una perfetta ossigenazione del terriccio e quindi una migliore dispersione del calore, che si accumula molto facilmente anche sui terrazzi meno assolati, rischiando di danneggiare le radici delle nostre pianticelle. Questi minimali ma bellissimi sacchi si trovano di tutte le dimensioni e forme, ma paiono decisamente più adatti ai terrazzi di ampia metratura.

Per chi di voi invece deve sfruttare al meglio poco spazio, segnaliamo il kit dell'italiana BAMA, che consente di riporre i vasi su ripiani a gradini e di avere anche un comodo alloggio per tutti i vostri attrezzi: basterà disporre poi le piante con crescita verticale in alto e le piante basse sui primi gradini per lasciare che la luce arrivi a tutti i vasi. Quest'ultima idea ci piace soprattutto perché può essere replicata a casa, facilmente e con materiali più poveri: pensate a quella vecchia scaletta di legno che avete abbandonato in cantina e a tutti quei vasi rimasti vuoti dopo l'inverno...






Ora non vi rimane che armarvi di un telo ombreggiante (facile da trovare in agraria e utilissimo per proteggere le piante sia da sole che da grandine e passeri) e di un buon manuale sulla coltivazione: noi vi consigliamo il sito Coltivare l'Orto, semplice e veloce da consultare per conoscere tutti gli specifici bisogni degli ortaggi e i tempi di semina e raccolta.

Se tutti gli inquilini facessero lo stesso il vostro condominio assomiglierebbe sempre più ad un'opera di Despommier...

Guerra all'asfalto: gli orti urbani e i giardinieri armati (di paletta e semi)


da The Pothole Gardener
E' una guerra spietata, a colpi di pala e annaffiatoio ognuno si difende come può: i meno temerari non vanno oltre a qualche pianta di basilico sul davanzale della cucina, ma altri, eroi intrepidi e visionari, progettano grattacieli coltivabili. Il cemento deve essere battuto, nessuna pietà!


un green roof a San Francisco
Un solo dato è sufficiente a convincerci che la lotta è necessaria: Coldiretti stima che nutrendosi di prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia italiana media potrebbe ridurre di mille chili di anidride carbonica l'anno le emissioni associate ai suoi consumi. Gli esempi di combattenti famosi che cercano di dare il buon esempio sono numerosi: dalla First Lady Obama che zappa la terra della Casa Bianca, alla sempre più agreste regina Elisabetta che semina i prati di Buckingham Palace.


Pensate che a San Francisco si coltivano gli orti sui tetti delle chiese e a Toronto si dispensano incentivi comunali a chi sceglie di avere un “green roof” per proprio palazzo. 

Massimi interpreti della guerriglia sono Dickson Despommier e il suo “predecessore” Patrick Blanc: il primo insegue l'ambizioso progetto di sfamare l'intera città di New York City rendendo coltivabili le pareti esterne dei suoi grattacieli, una Vertical Farm che sembra poggiare le sue basi su un sogno fanciullesco, oltre che su geniali idee architettoniche;






Jean Nouvel’s Musée du quai Branly, Paris, di Blanc
il secondo già da anni realizza giardini verticali che da Parigi a Tokyo decorano e rinfrescano le facciate dei più prestigiosi edifici cittadini: un sistema di irrigazione che sfrutta la gravità e si serve di acque ricche di sostanze nutritive, tiene in vita centinaia di piante senza la necessità di una cura quotidiana. Comunque ognuno può fare la sua parte nella battaglia senza sperticarsi in progetti avvenieristici, a volte basta un po' di poesia e qualche margherita, ce lo insegna The Pothole Gardener che, nonostante la scala ridotta delle sue realizzazioni, riesce a farci riflettere più di ogni altro.


Mentre sorridiamo.

da The Pothole Gardener
Altre idee e consigli per gli aspiranti militanti nel prossimo post!