venerdì 25 maggio 2012

Non chiamatele erbacce #1


Inauguriamo oggi una galleria fotografica tutta dedicata alle “erbacce” per aggregarci simbolicamente al movimento delle New Perennials. Speriamo di rendere giustizia con i nostri scatti alle più banali e diffuse piantacce, perché, come i cani, meno sono di razza e più ci piacciono.

foto originali Viridis Capillus

mercoledì 23 maggio 2012

Non chiamatele erbacce #0 : Piet Oudolf e il movimento delle New Perennials



Ha lavorato in tutto il mondo ma il suo inglese è ancora un po' balbuziente, ed anche quando l'intervistatore gli rivolge le solite domande ritrite, lui si prende una pausa o due in mezzo ad ogni risposta: riflette, gli occhi persi chissà dove. Guardando l'intervista rilasciata in occasione della Biennale Architettura 2010 si nota subito che questo è un uomo abituato ad osservare l'oscillazione delle piante nel vento e il cambiamento delle sfumature delle foglie durante il giorno.

PietOudolf è un designer di giardini fra i più famosi e premiati: in attività da trentanni o più, ha fondato il movimento New Perennials, per proteggere e promuovere le piante spontanee, e la società Future Plants, che si occupa della loro catalogazione e della loro commercializzazione. La sua casa-vivaio-laboratorio di Hummelo, poco lontano da Amsterdam, è il luogo dove per anni Oudolf insieme alla moglie Anja ha raccolto, osservato, catalogato centinaia di piante perenni: quelle piante, spesso chiamate “erbacce”, che sono spontanee e autoctone di ogni territorio, quindi più longeve. Oudolf le sceglie per progettare i suoi giardini ben consapevole che non sarà mai in grado di ricreare un ambiente naturale, ma nel tentativo di dar forma ad un ideale di natura, che sia eco-sostenibile e che si svincoli dai vecchi dogmi del landscaping, che cercano l'assoluto controllo sul verde. Il risultato è un paesaggio soffuso e rarefatto, perfetto in ogni stagione, resistente ad ogni condizione atmosferica. Le “nobili erbacce”, fra cui le ottanta specie che lui stesso ha scoperto e battezzato, vengono disposte tenendo conto dei periodi di fioritura e dei mutamenti di colore stagionali, i semi vengono mischiati in modo da permettere ad una pianta di prendere il posto di un'altra quando questa entra in letargo e viceversa. Niente è lasciato al caso, ma l'effetto è quello di una coloratissima e selvaggia brughiera.



La sua creazione più conosciuta è la High Line di NY, ma la più poetica è forse il Giardino delle Vergini all'interno della Biennale Architettura 2010, riconosciuta con una menzione speciale creata appositamente: la purezza e l'ingenuità dell'età più verde divengono eterne se tramutate in giardino.



La mia personale battaglia al tosaerba è cominciata da tempo, ma ora che ho trovato un degno condottiero e guru sento di poterla promulgare in ogni dove: capito mia cara Vicina di Casa? Le pratoline che da anni tenti di sradicare dal tuo giardino avranno sempre e comunque la meglio sul tuo dannato prato all'inglese!!

Potete leggere una sua dettagliata intervista su House-Living and Business.